Il servizio clienti è attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30. Contattaci su whatsapp al 3487956585 o scrivici a [email protected]

Addio alla plastica monouso

Senigallia dice addio alla plastica ed inizia proprio dalle sue spiagge.

Circa un mese fa, è stata firmata l’ordinanza che vieta a tutti gli esercenti della città di distribuire ai propri clienti bicchieri, piatti, posate, cannucce e sacchetti per la spesa che non siano realizzati in materiale biodegradabile e compostabile. Diventare una località plastic free dovrebbe essere, in realtà, l’obiettivo di tutte le città italiane, sulla costa e non, vista l’emergenza rifiuti annunciata pochi giorni fa dal Resto del Carlino nel nostro mar Adriatico, dove il 97% delle 3 tonnellate di scarti raccolti è costituito da plastica.

Ecco quindi che, nel tentativo di rispettare le nuove norme, i gestori hanno iniziato la caccia al miglior articolo ecofriendly in cui servire i propri prodotti.

QUALI SONO, PERTANTO, LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DI UN BUON PRODOTTO ECOFRIENDLY? 
Un buon articolo ecofriendly deve essere principalmente: Biodegradabile e compostabile.

Cerchiamo, allora, di fare chiarezza su cosa significhino realmente i seguenti termini:

- Biodegradabile: E’ un materiale che può essere degradato in sostanze più semplici attraverso l’attività enzimatica di particolari microrganismi. Al termine del processo si ottengono molecole inorganiche semplici: Acqua, anidride carbonica e metano che possono essere reimmesse in natura.

- Compostabile: La compostabilità si ha quando un materiale organico, attraverso degradazione naturale o industriale, si trasforma in compost, una sostanza simile al terriccio ricca di elementi organici e nutritivi.

Biodegradabile e compostabile possono sembrare sinonimi ma la norma UNI EN 13432 ne definisce le caratteristiche: Per essere biodegradabile la direttiva stabilisce che il prodotto deve decomporsi del 90% entro sei mesi. Per definirsi compostabile, invece, il materiale deve disintegrarsi in 3 mesi senza lasciare alcun residuo.

Le ultime ricerche nel campo hanno portato all’uso di due principali materiali, completamente naturali che possono sostituire la plastica monouso: La polpa di cellulosa e il PLA (acido polilattico).
Quello che un tempo era considerato un prodotto secondario e veniva trattato come uno scarto della lavorazione dello zucchero, oggi viene utilizzato per la produzione di stoviglie ecosostenibili. La polpa di cellulosa è, come detto, un materiale completamente naturale, compostabile e con innumerevoli pregi, tra cui la resistenza ad alte temperature (oltre i 200° C), caratteristica che dà la possibilità di impiegarla per bevande o piatti caldi.
-> Guarda subito piatti e bicchieri in polpa di cellulosa!  

Dalle molteplici esperienze analizzate, inoltre, i piatti in polpa si degradano in tempi anche più brevi rispetto a quelli previsti dalla norma. La polpa di cellulosa è impiegata principalmente per la produzione di piatti, e alcuni tipi di bicchieri, indicata per il forno a microonde e talvolta per il forno tradizionale. I packaging per alimenti in polpa sono comodi, pratici e resistenti, oltre che studiati appositamente per settori quali gastronomie, rosticcerie, tavole calde, pizzerie al taglio, stabilimenti balneari e bar.

Il PLA, invece, una bioplastica derivante dall’amido di mais, grano o barbabietola, impiega circa 8-12 settimane per decomporsi. In accordo con la norma UNI EN 13432 il PLA ha impatto ambientale bassissimo (2,5 kg di mais rendono 1 kg di PLA) e proviene da risorse rinnovabili annualmente. Perché il materiale possa mantenere le sue caratteristiche fisico-meccaniche, gli articoli in PLA devono essere stoccati in un luogo fresco ed asciutto ad una temperatura compresa tra 0° e 40° C.
--> Fammi vedere subito posate e bicchieri in PLA!

L’uso di questi articoli sposa a pieno il principio di sviluppo sostenibile e rappresenta un atto di responsabilità per il futuro del nostro ambiente.